La classe politica italiana, da sempre, ha beneficiato di un fattore di non poco conto: la scarsa memoria storica dei cittadini (nella foto, da sinistra, Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini). Non più tardi di tre mesi fa, infatti, in occasione del famoso discorso di Piazza San Babila a Milano, Silvio Berlusconi disse, in buona sostanza, che il bipolarismo italiano era giunto al capolinea e che bisognava lavorare per una nuova stagione della politica italiana. Il Partito del Popolo Italiano, così sembrava dovesse denominarsi il nuovo soggetto politico del Cavaliere prima di approdare a Il Popolo della Libertà, doveva andare oltre la Casa delle Libertà e, soprattutto, oltre le vecchie intese qualora gli alleati storici non avessero voluto aderire al nascente partito unico. Seguirono mesi di scontri, incomprensi e veleni tra Berlusconi da un lato, e Fini e Casini dall'altro, che sembrava dovessero seguire percorsi politici differenti. Non a caso, l'intesa con il leader dell'UDC portò molti ad accusare Fini di neocentrismo ed i suoi oppositori di destra non esitarono ad affermare che il Presidente di AN si fosse scoperto democristiano. Ci fu addirittura chi, come Storace, in occasione delle festività natalizie, ironizzò augurandosi che Babbo Natale ragalasse a Fini una tessera della DC. Gennaio, poi, è stato il mese del tentativo di dialogo tra Berlusconi e Veltroni, allo scopo di riformare la legge elettorale e andare davvero oltre l'attuale bipolarismo giungendo, di fatto, ad un bipartitismo PD - PdL. La caduta del Governo Prodi, invece, ha provocato mutamenti di rotta, e le pagine di molte agende sono state bruscamente stracciate. Fini sembra tornato quello di un anno fa e l'armonia con Berlusconi appare improvvisamente ripristianata. Il centro-destra, salvo ulteriori mutamenti, si presentà agli elettori sotto le insegne de Il Popolo della Libertà ma non è certo se davvero, con l'insediamento del nuovo Parlamento, si formerà il partito unico. Ciò che appare certo è che, nel listone, saranno presenti candidati provenienti da diverse esperienze e da diverse posizioni che, nella prossima legislatura, saranno chiamati ad esprimersi in modo compatto su tematiche che, per ragioni oggettive, potrebbero portarli a posizioni distanti tra loro. Di sicuro sarà difficile che si giunga, nei tempi rapidi annunciati a novembre da Berlusconi, ad un superamento effettivo dell'attuale fase di stagnazione politica.
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