L'annuncio di Fini relativo al prossimo sciolgimento di Alleanza Nazionale con la confluenza dei suoi militanti all'interno del Popolo della Libertà rischia, agli occhi di molti, di lasciare libero uno spazio elettorale di non poco conto. Molti elettori di destra, non estremisti ma poco inclini a scendere a patti con il centro liberale e democristiano, potrebbero sentiersi spaesati e poco rappresentanti all'interno della cosa azzurra, ossia il partitone partorito da Berlusconi in pochi mesi. Tale circostanza è stata compresa in pienezza da Storace e Romagnoli, i quali hanno stipulato un'alleanza elettorale in vista delle elezioni politiche. Il simbolo del cartello che proporrà Daniela Santanché alla guida del governo, è frutto della fusione dei simboli dei due partiti, ossia La Destra e Fiamma Tricolore. Il risultato, a parere di molti, assomiglia molto al simbolo di Alleanza Nazionale, emblema destinato ad essere riposto in soffitta già in occasione di questa campagna elettorale per poi essere definitivamente abbandonato in autunno, quando verrà sciolto il partito. Quanto finora osservato, conduce a due considerazioni. Il nuovo cartello elettorale di destra potrebbe, oltre allo spazio fisico, ereditare buona parte dell'elettorato di AN proprio in ragione della scarsa simpatia di molti verso gli apparati centristi. In secondo luogo, se davvero Fini e i suoi desiderano gettare alle ortiche il percorso avviato tredici anni fa a Fiuggi, allora potrebbero tranquillamente rinunciare a qualsivoglia diritto circa la proprietà e l'uso dello storico simbolo dell'MSI, ossia la fiamma che rappresentò il partito di Giorgio Almirante. Il tutto a vantaggio di chi, come Storace, la Santanché, Buontempo e Romagnoli desidera lavorare alla ricostruzione di un soggetto unitario della destra sociale.
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