In pochi giorni, Veltroni sembra aver sconfessato i circa due anni di attività del Governo Prodi, attraverso una serie di dichiarazioni cerchiobottiste. Dopo aver riconosciuto i meriti del Professore per aver consentito all'Italia di aderire alla moneta unica ed aver risanato i conti pubblici, Veltroni ha promesso, in caso di vittoria elettorale, una serie di iniziative a vantaggio delle imprese e dei lavoratori. Ha parlato di sgravi fiscali e, soprattutto, di salari minimi garantiti in favore dei precari. L'ormai ex sindaco di Roma non si è limitato a fare discorsi generici ma ha voluto quantificare l'importo minimo di questi salari intorno ai 1.000/1.100 €uro mensili. Il programma di politica economica annunciato da Veltroni appare ambizioso ma assai poco credibile. Ciò per il fatto che dal 2006 ad oggi l'Italia è stata retta da un esecutivo di centro-sinistra di cui lo stesso Veltroni è espressione diretta. Se davvero il centro-sinistra avesse voluto favorire un innalzamento dei redditi collettivi avrebbe potuto introdurre misure adeguate nei due anni di governo che, invece, sono stati caratterizzati da un inasprimento della pressione fiscale. Ormai gli elettori italiani sanno perfettamente che le promesse dei politici sono meno attendibili di quelle dei marinai e Veltroni, oltre a sconfessare i suoi compagni, non è stato particolarmente chiaro riguardo alle modalità attraverso le quali perseguire gli obiettivi annunciati. Se davvero vorrà conquistare gli indecisi, il segretario del PD dovrà andare oltre le parole e dimostrare - conti alla mano - come si può davvero realizzare quanto prospettato.
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